annuncio

Comprimi
Ancora nessun annuncio.

Fiore di pane rustico

Comprimi
X
 
  • Filtro
  • Ora
  • Visualizza
Elimina tutto
nuovi messaggi

  • Fiore di pane rustico

    Per l'impasto: 500 grammi di farina 0, 220 ml di acqua, 35 grammi di olio EVO, 3 grammi di malto d'orzo, 10 grammi di LDB, sale.
    Per la farcia: prosciutto cotto, 2 carciofotti sott'olio, alcune fettine di guanciale stagionato, poco provola silana, affettata a velo.
    Per lucidare: 1 tuorlo, 2 cucchiai di latte


    Preparate l'impast nella planetaria e lasciate riposare per un ora.
    Trascorso questo tempo, mettete il panetto su un pino da lavoro leggermente infarinato e con il matterello ricavate un rettangolo più lungo che largo.
    Farcite la superficie, lasciando un margine.



    Ora arrotolate strettamente il lato più lungo della pasta, con un coltellino ben affilato tagliate via le estremità, che terrete da parte e ricongiungete il rotolo formando una ciambella.
    Praticate dei tagli, con le forbici, a circa 2 cm di distanza tra loro, senza arivare fino in fondo.



    Ora prendeteil primo pezzo di pasta e voltatelo verso il centro, il secondo lasciatelo, poi voltate il terzo verso il centro e così via, fino alla fine.
    A questo punto girate i petali della base da un verso e quelli centrali dal verso opposto.
    Prendete le due estremità che avevate tenuto da parte, apriteli un po' a mo di rosellina e posizionatele nel centro del fiore per chiudere il foro rimasto.
    Ponete a lievitare per un ora abbondante.



    Prima di infornare pennellate la superficie con un torlo battuto con poco latte; cuocete a 240 gradi per 10 minuti, poi a 210 per 10-15 minuti ancora.


  • #2
    ammazza che bello e che bono

    Commenta


    • #3
      Stupefacente, più di quello, pur bellissimo, di Antonia

      Commenta


      • #4
        Ancora fiore di pane rutico
        Stavolta in versione solo pane senza farcitura, abbellito solo dai semini





        Commenta


        • #5
          Bellissimo e certo molto buono anche questo, più giornaliero , coi semini che mi pare di ricordare, al sud chiamano "gigiulena"

          Commenta


          • #6
            Buono lo era; peccato che io essendo raffreddata non ho gustato appieno il sapore

            Commenta


            • #7
              Lo rifarai, a guarigione avvenuta e papille gustative efficienti

              Commenta

              Sto operando...
              X