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Poesie di Natale

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  • Poesie di Natale

    Buongiorno sono nuovamente presente speriamo che tutti i brutti giorni siano ormai alle spalle,per esorcizzare inizio con una poesia di Natale



    A Gesù Bambino di Umberto Saba
    La notte è scesa
    e brilla la cometa
    che ha segnato il cammino.
    Sono davanti a Te, Santo Bambino!
    Tu, Re dell’universo,
    ci hai insegnato
    che tutte le creature sono uguali,
    che le distingue solo la bontà,
    tesoro immenso,
    dato al povero e al ricco.
    Gesù, fa’ ch’io sia buono,
    che in cuore non abbia che dolcezza.
    Fa’ che il tuo dono
    s’accresca in me ogni giorno
    e intorno lo diffonda,
    nel Tuo nome.
    sigpic

  • #2
    Grazie Laura, spero con tutto il cuore che i brutti momenti siano passati

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    • #3
      Originariamente inviato da Marina Visualizza il messaggio
      Grazie Laura, spero con tutto il cuore che i brutti momenti siano passati
      Mi associo e ti tel. domani sera per notizie

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      • #4
        Presentiamo una poesia di Natale del celebre scrittore romanesco Trilussa (Roma 1871-1950), grande compositore di sonetti. La poesia di Natale in questione si intitola “Natale di Guerra”.

        Ammalapena che s’è fatto giorno

        la prima luce è entrata ne la stalla

        e er Bambinello s’è guardato attorno.

        - Che freddo, mamma mia! Chi m’aripara?

        Che freddo, mamma mia! Chi m’ariscalla?

        - Fijo, la legna è diventata rara

        e costa troppo cara pé compralla…

        - E l’asinello mio dov’è finito?

        - Trasporta la mitraja

        sur campo de battaja: è requisito.

        - Er bove? - Puro quello

        fu mannato ar macello.

        - Ma li Re maggi arriveno? - E’ impossibile

        perchè nun c’è la stella che li guida;

        la stella nun vò uscì: poco se fida

        pè paura de quarche dirigibbile… -


        Er Bambinello ha chiesto: - Indove stanno

        tutti li campagnoli che l’altr’anno

        portaveno la robba ne la grotta?

        Nun c’è neppure un sacco de polenta,

        nemmeno una frocella de ricotta…


        - Fijo, li campagnoli stanno in guerra

        tutti ar campo e combatteno. La mano

        che seminava er grano

        e che serviva pè vangaà la terra

        adesso viè addoprata unicamente

        per ammazzà la gente…

        Guarda, laggiù, li lampi

        de li bombardamenti!

        Li senti, Dio ce campi,

        li quattrocentoventi

        che spaccheno li campi? -


        Ner dì così la Madre der Signore

        s’è stretta er fijo ar core

        e s’è asciugata l’occhi co’ le fasce.

        Una lagrima amara per chi nasce,

        una lagrima dòrce per chi more.


        Un pensiero speciale va a tutti i soldati che saranno impegnati questo Natale, presso i purtroppo numerosi scenari di guerra in tutto il mondo, come l’Afghanistan o il Kosovo o il Libano.
        sigpicSo' Maggico come la Maggica

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        • #5
          Poesie di Natale

          Marcy sei sempre maggico, ma quando sei serio lo sei ancora di più

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          • #6
            Grazie Marcy, per questo bellissimo regalo

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            • #7
              ultie riflessioni

              Mi sembra simpatica la riflessione-poesia di GIANNI RODARI

              Il mago di Natale di Gianni Rodari
              S'io fossi il mago di Natale
              farei spuntare un albero di Natale
              in ogni casa, in ogni appartamento
              dalle piastrelle del pavimento,
              ma non l'alberello finto,
              di plastica, dipinto
              che vendono adesso all' Upim:
              un vero abete, un pino di montagna,
              con un po' di vento vero
              impigliato tra i rami,
              che mandi profumo di resina
              in tutte le camere,
              e sui rami i magici frutti: regali per tutti.
              Poi con la mia bacchetta me ne andrei
              a fare magie
              per tutte le vie.
              In via Nazionale
              farei crescere un albero di Natale
              carico di bambole
              d'ogni qualità,
              che chiudono gli occhi
              e chiamano papà,
              camminano da sole,
              ballano il rock androll
              e fanno le capriole.
              Chi le vuole, le prende:
              gratis, s’intende.
              In piazza San Cosimato
              faccio crescere l’albero
              del cioccolato;
              in via del Tritone
              l’albero del panettone
              in viale Buozzi
              l’albero dei maritozzi,
              e in largo di Santa Susanna
              quello dei maritozzi con la panna.
              Continuiamo la passeggiata?
              La magia è appena cominciata:
              dobbiamo scegliere il posto
              all’albero dei trenini:
              va bene piazza Mazzini?
              Quello degli aeroplani
              lo faccio in via dei Campani.
              Ogni strada avrà un albero speciale
              e il giorno di Natale
              i bimbi faranno
              il giro di Roma
              a prendersi quel che vorranno.
              Per ogni giocattolo
              colto dal suo ramo
              ne spunterà un altro
              dello stesso modello
              o anche più bello.
              Per i grandi invece ci sarà
              magari in via Condotti
              l’albero delle scarpe e dei cappotti.
              Tutto questo farei se fossi un mago.
              Però non lo sono
              che posso fare?
              Non ho che auguri da regalare:
              di auguri ne ho tanti,
              scegliete quelli che volete,
              prendeteli tutti quanti.

              .
              sigpic

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              • #8
                Poesie di Natale

                In modo diverso un evento bello come il Natale ispira i poeti di tutto il mondo

                Una stella sulla strada di Betlemme


                Era inverno
                e soffiava il vento della steppa.
                Freddo aveva il neonato nella grotta
                sul pendio del colle.
                L'alito del bue lo riscaldava.

                Animali domestici stavano nella grotta.
                Sulla culla vagava un tiepido vapore.
                Dalle rupi guardavano
                assonnati i pastori
                gli spazi della mezzanotte.

                E li accanto, sconosciuta prima d'allora,
                più modesta di un lucignolo
                alla finestrella di un capanno,
                tremava una stella
                sulla strada di Betlemme. (Boris Pasternak)

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                • #9
                  Grazie Laura, grazie Mariella

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                  • #10
                    Fra qualche giorno finira' il 2009 e allora una semplice poesia....


                    L'anno nuovo

                    Indovinami, indovino,
                    tu che leggi nel destino:
                    l’anno nuovo come sarà?
                    Bello, brutto o metà e metà?
                    Trovo stampato nei miei libroni
                    che avrà di certo quattro stagioni,
                    dodici mesi, ciascuno al suo posto,
                    un carnevale e un ferragosto,
                    e il giorno dopo il lunedì
                    sarà sempre un martedì.
                    Di più per ora scritto non trovo
                    nel destino dell’anno nuovo:
                    per il resto anche quest’anno
                    sarà come gli uomini lo faranno.

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                    • #11
                      Poesie

                      Ancora sul tema:
                      O anno nuovo, che vieni a cambiare
                      il calendario sulla parete,
                      ci porti sorprese dolci o amare?
                      Vecchie pene o novità liete?
                      Dodici mesi vi ho portati,
                      nuovi di fabbrica, ancora imballati;.
                      trecento e passa giorni ho qui,
                      per ogni domenica il suo lunedì;
                      controllate, per favore:
                      ogni giorno ha ventiquattr'ore.
                      Saranno tutte ore serene
                      se voi saprete usarle bene.
                      Vi porto la neve: sarà un bel gioco
                      se ognuno avrà la sua parte di fuoco.
                      Saranno una festa le quattro stagioni
                      se ognuno avrà la sua parte di doni. (G. Rodari)

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                      • #12
                        Poesie e..

                        Il giorno giusto non è ancora arrivato, ma è vicino
                        La leggenda del vischio
                        C'era una volta, in un paese tra i monti, un vecchio mercante. L'uomo viveva solo, non si era mai sposato e non aveva più nessun amico. Per tutta la vita era stato avido e avaro, aveva sempre anteposto il guadagno all'amicizia e ai rapporti umani. L'andamento dei suoi affari era l'unica cosa che gli importava. Di notte dormiva pochissimo, spesso si alzava e andava a contare il denaro che teneva in casa, nascosto in una cassapanca.
                        Per avere sempre più soldi, a volte si comportava in modo disonesto e approfittava della ingenuità di alcune persone. Ma tanto a lui non importava, perché non andava mai oltre le apparenze. Non voleva conoscere quelli con i quali faceva affari. Non gli interessavano le loro storie e i loro problemi. E per questo motivo nessuno gli voleva bene.
                        Una notte di dicembre, ormai vicino a Natale, il vecchio mercante non riusciva a dormire e dopo aver fatto i conti dei guadagni, decise di uscire a fare una passeggiata.
                        Cominciò a sentire delle voci e delle risate, urla gioiose di bambini e canti.
                        Pensò che di notte era strano sentire tanto chiasso in paese. Si incuriosì perché non aveva ancora incontrato nessuno, nonostante voci e rumori sembrassero molto vicini.
                        A un certo punto cominciò a sentire qualcuno che pronunciava il suo nome, chiedeva aiuto e lo chiamava fratello. L'uomo non aveva fratelli o sorelle e si stupì.
                        Per tutta la notte, ascoltò le voci che raccontavano storie tristi e allegre, vicende familiari e d'amore. Venne a sapere che alcuni vicini erano molto poveri e che sfamavano a fatica i figli; che altre persone soffrivano la solitudine oppure che non avevano mai dimenticato un amore di gioventù.
                        Pentito per non aver mai capito che cosa si nascondeva dietro alle persone che vedeva tutti i giorni, l'uomo cominciò a piangere. Pianse così tanto che le sue lacrime si sparsero sul cespuglio al quale si era appoggiato.
                        E le lacrime non sparirono al mattino, ma continuarono a splendere come perle.
                        Era nato il vischio.

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                        • #13
                          Nuovo annodi Madre Teresa di Calcutta

                          Cosa posso dirvi per aiutarvi a vivere meglio in questo anno?
                          Sorridetevi
                          gli uni gli altri ;
                          sorridete a vostra moglie ,
                          a vostro marito ,
                          ai vostri figli ,
                          alle persone con le quali lavorate ,
                          a chi vi comanda ;
                          sorridetevi a vicenda ;
                          questo vi aiuterà a crescere nell'amore ,
                          perchè il sorriso è il frutto dell'amore ".
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                          • #14
                            poesie e..


                            Mi ripromettevo di postarla anch'io

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                            • #15
                              Per augurarvi Buon Anno in musica


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